Se c’è un trend di cui si sente parlare da diversi anni è l’agricoltura biologica, in forte ascesa nel Belpaese, ma anche all’estero, per varie ragioni. La prima motivazione è molto semplice: la cultura dell’uomo presenta una matrice contadina da millenni. Proveniamo quindi tutti, chi più chi meno, da un contesto in cui siamo figli prima di tutto dell’ambiente e di un’alimentazione che vede alla base il consumo di cereali, verdure e legumi.
Allo stesso tempo, bisogna considerare l’impatto del cambiamento climatico, sempre più consistente, dal momento che – per usare le parole di uno studio di Legambiente – “Il clima è già cambiato”. In questa cornice si inserisce una delle tendenze più interessanti dell’agricoltura biologica degli ultimi tempi: quella del biologico artigianale. Un fenomeno che sta vivendo una diffusione sempre più capillare grazie anche alla possibilità di ottenere alimenti bio a domicilio, ordinando comodamente online. Un modo di fare la spesa diverso, sano e sostenibile.
Partiamo prima di tutto dal concetto di agricoltura italiana biologica, per il quale prendiamo in prestito la definizione che ne propone l’Associazione Italiana Agricoltura Biologica (AIAB). Con tale termine, infatti, si fa riferimento a “un metodo di coltivazione e di allevamento che ammette solo l’impiego di sostanze naturali, presenti cioè in natura, escludendo l’utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi, diserbanti, insetticidi)”.
Al centro dell’agricoltura biologica c’è un modello che vuole evitare lo sfruttamento eccessivo del suolo e più in generale delle risorse naturali, comprese acqua e aria. Risorse che, invece, vengono utilizzate nell’ottica di ottenere non una produzione portata al limite ma, piuttosto, capace di offrire risultati concreti nel lungo periodo, a beneficio di tutti.
E il biologico artigianale? Si tratta di un modello pensato per combattere il processo di industrializzazione che interessa il settore agro-alimentare e l’agricoltura biologica in particolare. A portarlo avanti sono soprattutto i piccoli-medi produttori e una giovane start up di eccellenza premiata da Invitalia: Foodentyco.it. Una realtà nata in un territorio di eccellenza, l’Irpinia, ricco di prodotti agricoli artigianali realizzati all’insegna di un sapere che si tramanda da millenni.
Il biologico artigianale rappresenta un movimento controcorrente all’interno del biologico che, come spesso accade ai trend di massa, si sta a sua volta industrializzando, snaturando potremmo dire. Rivendica, quindi, i valori più autentici dell’agricoltura biologica, dicendo no a monocoltura, grandi estensioni, prezzi che non sono solidali. Allo stesso tempo, afferma l’importanza di policoltura, biodiversità, rotazione delle culture, a fronte di un impegno volto al benessere delle comunità agricole locali e di chi sceglie i loro prodotti.
Ma non dovrebbero essere tutti fondamenti della stessa agricoltura biologica, viene spontaneo domandarsi? Lo sarebbero di per sé in effetti. Il biologico artigianale è quindi attivo nel ripristinare un modo di vivere – perché questo è in fondo il biologico – più genuino, segnando la strada verso un ritorno all’essenza delle cose.
Uno dei punti centrali del biologico artigianale è la predilezione per una filiera corta, dove c’è un passaggio diretto tra produttore e cliente finale. Il risultato sono i cosiddetti alimenti a km 0. A realizzarli sono principalmente alcune piccole realtà di eccellenza impegnate nella creazione di una rete sostenibile ed equa, capace di unire e portare un modello di sviluppo diverso da quello che contraddistingue la GDO dell’agricoltura biologica.
In questo contesto, Foodentyco.it è una piattaforma online che propone tre tipologie di servizi, a cominciare da quello di prossimità, predisposto tramite un portale locale. C’è poi un servizio nazionale dedicato ai consumatori italiani e uno pensato per quelli europei. La consegna è garantita entro 24 ore in Italia ed entro 48 ore in Europa.
Il biologico artigianale si rivela così davvero sostenibile, creando una rete diversa e in cui il potere di relazione (e d’acquisto) è ad appannaggio dei due attori principali coinvolti nella transazione, senza mediazioni ulteriori: piccolo produttore e consumatore. Un modello virtuoso e destinato a un’ulteriore diffusione, inclusiva e solidale.