La terra siciliana è conosciuta in tutto il mondo per la bellezza dei suoi luoghi, per l’unicità del territorio: un’isola che ha tanto da offrire, per chi la sceglie come meta della propria vacanza, tra itinerari culturali, artistici e anche gastronomici. Tutti la apprezzano per le specialità e i prodotti tipici e, in effetti, sono molti a desiderare di conoscere molto di più della sua storia: la Sicilia a tavola porta l’eccellenza anche per il vino. La viticoltura in Sicilia ha una tradizione millenaria, e sono molteplici i vini rinomati in tutto il mondo per la qualità. Ci sono anche realtà che si impegnano a fare la differenza, come Semantile, il cui Chardonnay siciliano vino d’altura è un fulgido esempio della passione, della tradizione che si tramanda da generazione in generazione, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Come si è evoluta la viticoltura in Sicilia? Per comprendere il territorio, è necessario fare “un passo” indietro nel tempo, anche se scopriremo le radici di un passato non propriamente vicino a noi: del resto, la tradizione vitivinicola in Sicilia è antichissima, ci sono ben 23 DOC e 1 DOCG. Un tempo in Sicilia si produceva solo vino da taglio: con la ricerca, si è arrivati all’eccellenza di oggi. Dal mare alla montagna, fino alle pendici del vulcano Etna, “‘A Muntagna” per i catanesi, in Sicilia troviamo 110mila ettari di viti. Suddivisi in modo ben preciso: la maggior parte della coltivazione delle uve bianche è nella Sicilia Occidentale, mentre la coltivazione delle bacche rosse interessa principalmente il territorio orientale dell’isola.
Così abbiamo il vitigno Grillo a Marsala, o ancora nelle zone limitrofe, ma è impossibile non menzionare il Grecanico, o ancora il Nero D’Avola, un vino rosso, corposo, robusto, ma soprattutto intenso, dove si percepisce l’aroma di frutta rossa matura. Particolare è proprio il terreno vulcanico dell’Etna, che è quello che conferisce ai vini l’aroma decisamente unico, peculiare: anche la venatura minerale e la struttura sono degne di nota. E pensiamo all’altitudine dei vitigni etnei, non propriamente “poca”, considerando che ci si può spingere fino a 1000 metri. Ne abbiamo menzionati solamente alcuni, considerando che manca un classico come lo Zibibbo, il passito di Pantelleria DOC, o la Malvasia delle Lipari.
A fare la storia dei vini della Sicilia non è una sequenza di nomi importanti, ma sono loro: le aziende. Le realtà che hanno tramandato, di generazione in generazione, la passione e la dedizione verso la preparazione di vini unici: è questo il caso di Semantile, guidata da una famiglia che coltiva viti e produce vini di alta qualità da sempre. A renderli unici è proprio l’amore per la terra siciliana, per quell’unicità che abbiamo appena accennato e che è carica di complessità e bellezza: una terra peculiare e unica al mondo, in grado di produrre uve eccezionali.
Semantile è tra i pionieri nella produzione di vini di altura in Sicilia: proprio le loro vigne si estendono su pendii esposti, ad altitudini differenti, dove il terreno, che è vulcanico e argilloso, conferisce ai vini l’aroma deciso e inconfondibile, un terroir di altura. Lo chardonnay di Sicilia viene realizzato nelle vigne in un terroir mediterraneo di altura, proprio nei monti Nebrodi, e le sue note degustative meritano una menzione: il sapore è persistente, mentre la struttura risulta equilibrata e il profumo floreale e fruttato.
L’azienda, che ha fatto la storia del territorio, non punta unicamente al passato, ma guarda anche al futuro abbracciando l’innovazione: la loro mission è sì far conoscere i vini siciliani e la loro complessità, ma sempre rispettando la terra, con un amore profondo e viscerale verso l’isola. Oltre a investire nelle moderne tecnologie, sposano pratiche sostenibili: una realtà da visitare almeno una volta nella vita quando ci si trova in Sicilia, per riscoprire la tradizione più autentica e genuina.